Qualsiasi lavoro di SEO on page che possa considerarsi tale, non può prescindere da alcuni tag fondamentali per il posizionamento organico su Google. In particolare, mi sto riferendo al meta tag title e ai tag H1, H2, H3, per non parlare di altre intestazioni di categoria inferiore. Per semplificare al massimo la comprensione di questo concetto, utilizzerò la metafora dell’albero e delle sue diramazioni. Sei pronto? Partiamo!

Cos’è il meta tag title? La radice del nostro albero SEO

Partiamo dalle basi, in tutti i sensi, cioè dal lavoro di ottimizzazione di una pagina web che viene richiesto da un consulente SEO esperto. Affermo questo, perché il tag title è di fatto la radice identitaria di un contenuto online. Google, infatti, conferisce un’enorme importanza a questo microtesto e lo esamina con particolare attenzione per capire l’argomento principale della nostra pagina web.

Per questo motivo, un buon SEO inserisce nel title le parole chiavi principali, quelle su cui vogliamo “cucire addosso l’intero articolo”! Tornando alla metafora dell’albero prima annunciata, il meta tag title è la radice della nostra pianta, la parte che dovrebbe custodire gelosamente le nostre keyword principali.

Ma si può fare ancora di più: non solo è una best practise quella di inserire le parole chiave principali all’interno del title, ma addirittura bisognerebbe riservare loro lo spazio più importante, precisamente quello nella parte sinistra.

H1: cos’è? Ovviamente il tronco!

In HTML, il tag H1 rappresenta l’intestazione principale di un testo, il titolo più importante e quello che dà senso all’intero contenuto e incide fortemente sul posizionamento su Google. Riprendendo la metafora dell’albero SEO, se il meta tag title rappresenta l’apparato radicale, l’H1 è senza dubbio il tronco, la prima parte che emerge dal terreno ma che sostiene l’intera pianta!

Ogni contenuto web ottimizzato per i motori di ricerca ne deve avere soltanto uno. Anche in questo caso, le parole chiave principali del nostro articolo devono trovare posto all’interno del titolo H1, ma… C’è un ma, anzi una domanda che certamente ti starai ponendo. Perciò ti anticipo io…

H1 e title: devo essere per forza uguali?

La risposta è certamente negativa. Uno dei CMS più importanti, vale a dire WordPress, di default pubblica il tag title e l’H1 allo stessa maniera. E in molti casi questa scelta non è certamente un dramma. Ci sono situazioni, tuttavia, in cui modificare il title può migliorare la visibilità dell’articolo. Mi riferisco, in particolare, alla capacità di attirare clic che ha un title sì ottimizzato, ma sul quale è stato anche svolto un ottimo lavoro di copy persuasivo. Ecco un esempio che fugherà qualsiasi dubbio:

Il sito in questione è SpedireAdesso.com e la pagina riguarda una delle parole chiave più importanti per il business di questa attività: come spedire un pacco. Nella seconda immagine, vedi che il tag H1 ricalca esattamente le keyword, mentre nel title ci sono delle parole aggiuntive (… in 5 mosse) che danno quel tocco in più al titolo e migliorano il CTR, in una SERP evidentemente affollata di competitor!

SEO by Yoast per differenziare title e H1

Eccoci finalmente a SEO by Yoast, plugin che dovrebbe mai mancare in un sito WordPress. Tra le tante funzioni che può vantare, una tra le più importanti riguarda la possibilità di differenziare l’H1 che decidiamo di impostare nella pagina, dal title visibile solo da Google e nelle SERP.

Per fare ciò, basta scrollare la pagina dove stiamo scrivendo il nostro articolo, per accedere alla sezione denominata Yoast SEO. In base alla versione del plugin che abbiamo, potrai comunque accedere alla sezione dedicata allo snippet. Per modificare il title, basterà scrivere all’interno del campo chiamato “titolo SEO”:

In questo modo, il title risulterà diverso dall’H1 impostato per la pagina web, con i vantaggi di cui abbiamo appena parlato.

Gli H2, i rami principali del nostro SEO-albero!

Una volta che ci siamo giocati l’H1, non abbiamo altra scelta che attingere alle intestazioni di livello inferiore, a partire dai tag H2. Proseguendo con la metafora dell’albero, i tag H2 altro non sono che i rami principali, i quali partono direttamente dal tronco. Questi titoletti, oltre a dare un senso ai relativi paragrafi, possono essere altre ottime occasioni per inserire delle parole chiave secondarie o correlate. Più in generale, daranno il nome ad argomenti secondari rispetto al tema principale.

Facciamo un esempio pratico: mettiamo il caso che vogliamo creare una pagina incentrata selle parole chiave “web marketing”. Una volta strutturato il tag tile di conseguenza, ed eventualmente aver differenziato questodall’H1, negli H2 possiamo inserire delle keyword di livello inferiore o comunque strettamente connesse alla principale.

Qualche idea? Ad esempio, mi viene in mente “web marketing: cos’è?”, “corsi web marketing”, “digital marketing” e molte altre parole chiave che in qualche modo sono legate al concetto principale. In realtà, per fare questo esempio mi sono aiutato con uno degli strumenti a disposizione di chi fa il mio mestiere: SeoZoom.

In particolare, all’interno di questo tool strutturato c’è una funzione che aiuta a scrivere un articolo in ottica SEO. Si chiama “Suggerisci keyword articolo” e fornisce un insieme di parole chiave, con tanto di ricerche mensili stimate per ognuna e dei raggruppamenti in ordine gerarchico. Si può attingere a questo strumento per esaminare le parole chiave secondarie, quelle appunto da inserire negli H2.

H3: ovvero i rami secondari

Siamo quasi giunti al termine di questa breve carrellata sui tag title, H1, H2, H3 e non solo: ora è giunto il tempo di prendere in esame gli H3, i rami secondari del nostro albero SEO. Se gli H2 sono i rami principali, gli H3 possono andare ancora più in profondità in un argomento, per sviscerare altri concetti.

Dal mio punto di vista, più si scende di livello nell’ordine gerarchico delle intestazioni, e minore è il peso che hanno anche in ottica SEO. Di conseguenza, non mi preoccupo più di tanto di inserire parole chiave rilevanti negli H3, anche se quando posso lo faccio molto volentieri! Piuttosto, a questo livello dell’articolo cerco di entrare nel particolare e parlare di ciò che potrebbe essere di aiuto al lettore, senza preoccuparmi troppo dei tecnicismi SEO.

Conclusioni

Prima di concludere questo articolo, ci tengo a precisare che molti colleghi si spingono oltre e utilizzano anche le intestazioni più “basse”, vale a dire gli H4, H5 e H6. Personalmente non l’ho mai fatto né saprei dirti se tutto ciò è utile in ottica SEO. Francamente li reputo quasi del tutto inutili, persuaso del fatto che se abbiamo lavorato bene con i tag title, H1, H2 e H3 precedentemente trattati, abbiamo già la SEO-coscienza apposto! 🙂

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